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"GROS SOUPER "

 La sera del 24 dicembre,prima di andare alla messa di mezzanotte,si cena tutti insieme (una cena di magro,a base di verdure) in un’allegra atmosfera.

In Provenza il cenone della Vigilia prende il nome di “gros souper”.

Il cenone inizia dopo il CACHO-FIO; si tratta di un’antica usanza pagana,cioè dell’accensione ufficiale del ceppo di Natale (in genere un tronco di albero da frutta ) nel camino;questa cerimonia si accompagna alla benedizione del ceppo da parte della persona più anziana della famiglia con vino cotto,olio,sale.Quando si torna dalla messa,si continua la cena con i “treize desserts“.

I bambini sono sempre eccitati e vanno a letto subito dopo cena,aspettando con ansia l’arrivo di Babbo Natale,che viene nel freddo della notte,accompagnato da Père Fouettard,personaggio che ha il compito di riferirgli il comportamento che i bambini hanno tenuto durante l’anno.C’è la tradizione di lasciare sotto l’albero una carota o una rapa come premio per le renne di Babbo Natale.

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Per il “gros souper“il pasto è leggero ma anche abbondante;non si mangia carne;si preparano sette piatti semplici per simboleggiare le sette piaghe del Cristo (merluzzo,polpo,verdure di stagione,lumache,anguilla);non c’è un“menu tipo“ ma delle costanti a seconda della regione;in generale ci si adatta alle risorse del territorio,come accade in Provenza marittima e in Provenza rurale e montana.

Nelle città della costa,ovviamente,si trova del pesce fresco (anguille,tonno,orata,merluzzo...).

Nella Provenza rurale,le verdure occupano un posto rilevante nel menu (spinaci al gratin,con aglio e prezzemolo, bietola e cardo,sedano crudo con“anchoïade“,porri scottati,gratin di zucca…).

Nelle montagne,il piatto tradizionale sono i “crouzet“,una pasta tagliata a striscioline o a pezzi tondeggianti.

Il vino non può mancare .

 Ve ne sono di tre tipi: il vino vecchio della cantina di famiglia,il vino limpido e il vino caldo.

 La cena si conclude,poi,con il “ratafià“,liquore ottenuto con la macerazione di frutti,fiori e gambi di fiori.

Ratafia2

Anchoiade 1anchoïade

Cardi gratinati al parmigianocardi gratinati

Spinaci al gratinspinaci gratinati

Porri grigliatiporri grigliati

Zucca gratinatafbzucca gratinata

Crusetcrouzets

Merluzzo frittomerluzzo

Capitoneanguille

Vino rosso scegliere a tavolavino rosso

Vino biancovino bianco

TRADIZIONE DEI 13 DESSERTS

La tradizione dei 13 desserts (Gesù e i suoi 12 apostoli ) è molto antica (si dice che essa possa aver preso la sua origine tra i membri del “CREMASCLE“,un’associazione culturale marsigliese della fine del XIX secolo(1891).

  • Di questa tradizione parlano due scrittori provenzali: Marie GUASQUETFrédéric MISTRAL .

 LISTA DEI 13 DESSERTS.

  • Frutta secca che rappresenta“ les quatre mendiants“,i quattro mendicanti,in riferimento ai principali ordini religiosi:

  1. fichi secchi (l’ordine dei Francescani )
  2. uva secca (l’ordine dei Domenicani)
  3. mandorle (l’ordine dei Carmelitani )
  4. noci o nocciole (l’ordine di Sant’Agostino).
  • Frutta fresca  :
  1. uva e mele cotogne
  2. melone
  3. arance e mandarini,
  4. datteri (simbolo del Cristo venuto dall’Oriente)
  5. frutta esotica (kiwi,ananas,mango).
  • Dolciumi :
  1. pompe à l’huile (dolce profumato all’arancia;secondo la tradizione bisogna spezzare il dolce,come Cristo ha spezzato il pane,e non tagliarlo,per allontanare così la cattiva sorte.É un momento di condivisione).
  2. torrone bianco (con nocciole,pinoli e pistacchio,simboleggia il bene)
  3. torrone rosso (con pistacchio e petali di rose).
  4. torrone nero (con miele e mandorle,simboleggia il male ).
  • Tutti questi desserts sono innaffiati con vino cotto vino moscato;alla fine,si bevono i liquori “maison “ , tra cui il “ratafià”di ciliegie.
  • L’usanza di mangiare ognuna delle tredici portate ha una valenza apotropaica :chi le mangerà,potrà assicurasri dodici mesi di prosperità e ricchezza.
  • 13 desserts noel provence